La “Giusta Distanza” per la salvaguardia delle relazioni: la Prossemica e le 4 distanze interpersonali
Decidiamo noi quanto vogliamo “sentirci invasi”, a chi lo permettiamo e con quali tempistiche
Perché ci capita, a volte ,di avvertire un senso di contrastante “disagio” verso una persona – magari di nuova conoscenza – che, nella realtà dei fatti, non ci è affatto antipatica ?
Probabilmente la rispettiva percezione di “distanza prossimale” non sta coincidendo, basta questo a tramutare piacevolezza in disagio….uno dei due sta pensando di poter “prendere confidenza” pre-tempo rispetto all’aspettativa dell’altra/o…. può trattarsi di un potenziale partner, ma anche di un collega di lavoro all’interno di una gerarchia organizzativa, la stessa che consente o non consente una determinata distanza prossemica in base al ruolo rivestito…. addirittura potremmo riscontrare il tema-problema in qualsiasi contesto pubblico a tendenza di affollamento: quanto si può avvicinare il passeggero in autobus accanto a voi? E quello in fila in posta? Di fatto, se esistono “linee di distanza di cortesia” da non oltrepassare significa che non si tratta di argomento da poco….
La Distanza sbagliata rovina relazioni e rapporti sociali (anche potenzialmente in realtà funzionanti )
La Prossemica : indica lo spazio fisico consentito ed approvato dalle persone in interazione dando e lasciando ad intendere la tipologia di rapporto esistente tra le parti in causa. I problemi nascono laddove uno dei due non ha inteso o scavalcato l’intento prossimale.
Le Quattro Distanze Prossimali
Fu lo studioso antropologo E. T. Hall a definire le quattro distanze fisiche che “facilitano” i rapporti sociali , se prese in considerazione
1) Distanza intima ( 0-45 cm )
Tale distanza è consentita solo a persone con cui viviamo un rapporto affettivo profondo ed intimo, il partner od un familiare stretto. Chiunque altro oltrepassi questa soglia verrà facilmente interpretato come aggressivo, invadente o minaccioso, lo stesso vale per chiunque vada oltre semplicemente pre-tempo: la fretta di entrare nel mondo dell’altro a volte porterà per questo a non avvicinarti mai….
2) Distanza personale (45-120 cm )
Rappresenta la distanza dell’ amicizia , della confidenza, o del tentativo di avvicinamento rispettoso, facendo intendere stima e volontà di approfondire il rapporto. É la distanza intermedia ma anche la più delicata , potendosi trasformare in rapporto intimo o distante in base a come viene recepito ed alla relativa risposta prossimale di ritorno ( avvicinamento/allontanamento)
3) Distanza sociale (120-300 cm )
Nota come la “distanza del colloquio di lavoro” , ma anche della trattativa , della decisione…rappresentando la “distanza formale” , prevede quindi l’obbligo di non sconfinamento altrimenti letto come incapacità relazionale, mancanza di intelligenza sociale, poco rispetto, arroganza e presunzione , oltre che abolizione volontaria di leggi gerarchiche implicite.
La distanza sociale violata ( non meno comunque delle altre tre tipologie ) è facilmente riscontrabile attraverso comportamenti verbali non appropriati : allungare il corpo ( braccia in particolare ) verso il selezionatore, ad esempio, posizionarsi in zona erronea ( ad esempio paritaria) verso un superiore ….. : il risultato finale è facilmente intuibile
4) Distanza pubblica ( oltre i 3 metri )
La distanza del comizio , del congresso, del concerto , quello dell’interlocutore verso la platea. È la più semplice da mantenere e può essere violata solo nel caso in cui esista , ad esempio in una sala congressuale, una personalità disturbata quella, per dire , che sale senza permesso in platea per aggredire il formatore , la fan esaltata che cerca di raggiungere il cantante sfuggendo alla guardia …..
Quanti rapporti potrebbero funzionare o, semplicemente nascere, se non si avesse avuto fretta di invadere lo spazio altrui pre-tempo ?
Il primo obiettivo relazionale : non creare disagio!