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Novità e approfondimenti a cura della Dott.ssa Tumminia

RELAZIONE e LEGAME nella Psicologia ad indirizzo Psicodinamico: “l’ Amore sano VUOLE in cambio qualcosa”

Relazione e legame sono la stessa cosa? No, ci sono nette differenze contenutistiche che modificano radicalmente la dinamica determinante l’incontro con l’altro/a…

Secondo la psicologia, contrariamente a quanto si è soliti pensare il “legame”, addirittura solitamente considerato l’enfatizzazione in positivo di quella che è la relazione “perfetta” costituisce, invece, il versante “negativo” della stessa, venendone a sottolineare la valenza di “stretta catena asfissiante” che lega due persone tramite le caratteristiche in seguito brevemente descritte.

 

La Relazione sana ( prendiamo in considerazione ,per semplificare, il rapporto a due ), si basa sempre su un’interazione comportamentale fondata ed alimentata dalla reciprocità: il dare e ricevere si muovono su un terreno bilaterale; non è sano nè vero quanto proposto dalla cinematografia “romantica” secondo cui l’ “amore si dona senza chiedere nulla in cambio”, l’ amore equilibrato VUOLE in cambio dimenticandosi, però , di “misurare” il dato ed il ricevuto. Lo scambio relazionale è la prerogativa essenziale per non cadere e/o cedere in un amore malato, ad esempio una dipendenza affettiva patologica , dove il “dimenticarsi di sè” annullandosi nell’altro/a propone una “falsata reciprocità “ in cui la spontaneità del gesto altruistico finalizzato al “bene per e dell’altro”, cela in realtà un insano opportunismo di ritorno.

Ti dono il mio tempo aspettando che tu mi possa regalare il tuo, faccio dei sacrifici per te immaginando che tu ne faccia per me, lotto per i tuoi giorni bui sperando che tu faccia lo stesso quando si presenteranno i miei…sono riflessioni di una coppia sana in RELAZIONE…

 

Ti dono il mio tempo ma non ti chiedo che tu faccia altrettanto, faccio sacrifici per te ma non ti chiedo che tu ne faccia per me, ci sarò nei tuoi giorni bui ma non ti chiedo lo stesso se io starò male, sono pensieri di un amore romanzato e totalizzante probabilmente adatto ai film d’amore ma non sano per la psicologia dell’ affettività , venendo a costituire un LEGAME , fondato sulla non reciprocità , sul dare unilaterale, terreno fertile per un crescendo graduale di annullamento ed alienazione personale verso l’altro, alimento preferito del vampiro energetico, colui che dall’altra parte prende senza dare, o da’ centellinando affetto.

 

Perché a volte è così difficile uscire da relazioni tossiche in cui si ha la sensazione di continuare a dare amore senza averne di ritorno?

 

La natura umana, di tutti noi, è egoista: nascendo piangiamo per avere il latte e/o farci avvicinare al seno materno, il pianto è il primario richiamo d’attenzione verso noi stessi. Nel momento in cui riceviamo ciò che chiediamo ci autogratifichiamo , dando ed alimentando però nell’ altro un grande senso di potere per essere stato in grado di soddisfarci, l’onnipotenza materna.

Ogni relazione adulta richiama questa scena di attaccamento che, se non elaborata in maniera evolutiva, ripropone un’antica riflessione che riapre il tema della “dipendenza sana” o “dipendenza patologica” :

percepire di non ricevere abbastanza rispetto a ciò che viene dato ma reiterare comunque il comportamento pro- l’altro, rappresenta solo una sofferenza o nasconde anche un senso di insano appagamento essendo io fonte ed oggetto di accrescimento del potere dell’altro che tramite noi si nutre e, di ritorno, essendo LEGATO o in RELAZIONE ci nutre?

 

La differenza resta nelle due parole, in quale dinamica interattiva con l’altro crediamo o sappiamo di appartenere.

 

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