Che cos'è l’ansia: contrariamente a quanto si possa comunemente pensare, l’ansia e’ un’energia “amica” , con lo scopo di segnalarci che probabilmente il nostro stile di vita o la modalita’ di affrontare un problema specifico e’ troppo rigido e troppo “carico” di investimento emotivo. Ha la funzione di un “semaforo” avvisandoci che si sta correndo troppo, che si vuole andare oltre i propri limiti esigendo da noi stessi piu’ del dovuto e del possibile. Ci mostra in un certo senso il bisogno sconfinato di controllo di tutto cio’ che e’ intorno a noi, il lavoro, le relazioni,l’organizzazione della vita quotidiana, ponendoci in una posizione non piu’ umana ma eroica. Se in alcune situazioni di vita e’ normale e sano “sentirsi in tensione”, diventa pericoloso nel momento in cui questa energia non si rivela solo come episodica ( di fronte, ad es ad un esame da affrontare) ,ma generalizzata a tutto il nostro stile di vita.
I sintomi: i sintomi di insorgenza sono sempre di tipo sia psicologico che fisico ( psicosomatici), venendo a rendere il soggetto in situazione di disabilita’ sociale ( disagio a recarsi nel posto di lavoro, paura di fare incidenti, di fallire e/o vedere fallire i propri cari, difficolta’ a stare in luoghi chiusi, stretti e affollati, voglia di isolamento…)
La predisposizione al pianto, l’insonnia, la preoccupazione eccessiva per tutto e per tutti,disturbi nell’alimentazione, la tensione costante , associati a sintomi fisici quali nausea, tachicardia, coliti, emicrania, nausea, vertigini, senso di svenimento e di stanchezza persistente, disturbi sessualità, sono tra i principali sintomi d’avvertimento di insorgenza ansiosa.
La cura dell’ansia: la terapia psicologica del soggetto ansioso consiste prevalentemente su un lavoro di REINTERPRETAZIONE di se stesso nei confronti degli altri , del mondo e della propria persona. Si lavora tramite modalita’ di smantellamento del bisogno di controllo ( volto al bisogno di successo estremo e di perfezione su tutto), verso la spontaneita’ nell’essere se stessi e dell’accettazione di porsi anche come fallimentare e non solo per forza sempre vincente. Spesso il soggetto ansioso e’ stato abituato gia’ dall’infanzia a dover corrispondere all’idea di “bambino perfetto” , o per etichette comportamentali apprese o per scelta compensatoria di fronte a genitori anaffettivi come modalita’ illusoria di meritevolezza d’amore. La frenetica societa’ in cui viviamo, competitiva e indirizzata alla scalata sociale, tende ad incentivare ed a riproporre nel soggetto ansioso il bisogno di perfezione, venendo a rendere essenziale la presenza di una guida terapeutica in grado di aiutare il soggetto a ritrovarsi come individuo semplice.