Parte II – Etichettare le persone : i Danni provocati all’etichettato, quali sono?
Perché nei contesti scolastici viene ripetuto quanto sia importante scegliere adeguatamente le parole con cui rivolgersi ad un allievo, cercando di non definirlo, non etichettarlo in relazione alle azioni che compie? ( Es. hai alzato la voce … “sei un aggressivo” ; hai spinto il compagno… “sei un bullo” ). Purtroppo , se un ragazzino si sente etichettare e confinare in un ruolo ben preciso , finirà per comportarsi in base a come gli etichettatori si aspettano, entrando nella parte pur non avendoun’ intenzione personale, ma indotta, all’immedesimazione….
In realtà , noi non siamo le azioni che compiamo “scelte a piacimento”, noi siamo persone che compiono azioni giuste e sbagliate che ci definiscono se considerate in totalità .
- La Mente crede sempre alle parole che le vengono fatte sentire, trasformandole in azioni
Vale per i bambini, gli adolescenti, definiti fasce evolutive più deboli con un’autostima già per motivi cronologici precaria , ma anche per gli adulti in situazioni di fragilità emotiva facilmente influenzabili dall’altrui opinione. Oserei però aggiungere che, a mio parere, vale per ciascuno di noi che, semplicemente, sia stanco di “vedersi disegnato” con la matita di un altro non rendendo giustizia all’originale….
Ce lo spiegano bene gli attori di teatro :venire “definito” in maniera reiterata ( “il cattivo” , “il buono” , “il donnaiolo”, “il saggio”…) crea immedesimazione di ruolo e conseguente automatismo comportamentale:“se per tutti sono il cattivo nella fiction di lunga durata, io stesso nella vita reale fatico a vedermi in altro modo” . È questo il motivo per cui gli attori sono supervisionati e spesso in analisi per mantenere uno spettro di integrazione del sé.
- Il pericolo dell’immedesimazione del ruolo imposto , che in casi estremi porta ad una destrutturazione dell’io, si palesa sotto forma di depersonalizzazione, fondata su un profondo scoraggiamento palesemente espresso dall’etichettato con dichiarazioni chiare ed esplicite: “non so nemmeno io chi sono… mi hanno talmente convinto di essere un aggressivo sadico che sto avendo il dubbio di esserlo davvero. Me lo continuano a ripetere. Ho sbagliato una volta , ma non mi crede più nessuno, ormai sono per tutti QUESTO, tanto vale che smetto di impegnarmi per dimostrare il contrario”.
La dichiarazione di questo uomo “etichettato” racconta quello che normalmente va a creare l’etichettatura, il fenomeno della “profezia che si autoavvera” ….per volere di altri!
- Rischio! Il Vantaggio secondario del ruolo peggiorativo
Peggioramento di sé appositamente scelto: voglio essere quello creato dagli altri
Uno dei rischi massimi nasce nel momento in cui ci si renda conto che ,nel momento dell’immedesimazione nel ruolo negativo di “cattivo” , “sciupafemmine” , “malato”….si abbia in realtà raggiunto il più elevato grado di popolarità e successo . Diventa essenziale aiutare la persona a disaffezionarsi dal ruolo rappresentante in realtà la parte peggiore di sé ( al di là della popolarità paradossale raggiunta) , rischiando altrimenti uno stato successivo, a volte poco recuperabile , di odio e profonda rabbia verso se stesso quando ormai diventerebbe difficile recuperare la parte più sana ma dimenticata essendo da troppo tempo “archiviata” , non agita
- Isolamento sociale e profonda rabbia verso se stessi e gli altri
Provate ad immaginare ad andare in giro per una città , un quartiere , un’azienda, o semplicemente rapportandovi con parenti della propria famiglia e sentirvi dei mostri, delle entità astratte create da altri in cui voi nonviriconoscete , che tipo di comunicazione può mai esserci ? Una comunicazione impossibile, delirante , tra un interlocutore reale ed un altro immaginato che ha coscienza di sentirsi tale , dunque inesistente.
Le scelte dell’etichettato come fosse “sigillato a vita” possono seguire solo due strade:
o sviluppare una profonda rabbia verso l’esterno e verso se stesso (l’etichettato diviene molto rigido e severo nella propria autorappresentazione,convincendosi di non potersi perdonare per quell’errore passato che ha “causato” l’etichettatura)
oppure lottare contro tutto e tutti per preservare e custodire l’immagine di sé indipendentemente da ciò che gli altri vogliono pigramente continuare a credere…