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Novità e approfondimenti a cura della Dott.ssa Tumminia

Psicologia degli invidiosi

Dante li confinava in Purgatorio, con occhi cuciti con fili di ferro punendoli per aver goduto delle disgrazie altrui…

In-videre: dal latino “ guardare contro” oggi, come ai tempi di Dante, ne è pieno il mondo

 

Man mano che nella società avanza la competizione al successo, sempre più si osservano occhi torbidi di invidia verso il gradino più alto raggiunto da chi, secondo l’invidioso, ha il giardino con l’erba sempre più verde della propria…

Esistono due tipologie di invidiosi:

  1. Coloro che invidiano successo lavorativo, benessere economico, bellezza estetica, notorietà e carisma di una o più persone od intere classi sociali non possedendone altrettanto , considerando l’esterno come baciato dalla fortuna
  2. Coloro che invidiano pur possedendo anch’essi gli stessi beni ampiamente intesi , illudendosi e fortemente volendo esserne gli unici beneficiari od, almeno, i primissimi ai vertici di ciò che si può ottenere: i peggiori invidiosi.

Come ragionano gli invidiosi?

L’invidioso è sempre un insicuro con un senso di inferiorità verso l’oggetto invidiato; è rabbioso , pensando di avere la sorte avversa , tutta direzionata invece in positivo verso gli altri, presentando quindi uno stile di pensiero autocommiserante ed autolimitante: perde più tempo ad osservare arrabbiato il nemico che possiede molto rispetto a se stesso, diventando di frequente spettatore esterno della vita degli altri ma non vivendo pienamente la propria.

Il malessere generale ed invasivo della propria sfera psichica nell’invidioso nasce e si plasma , deformando la realtà circa il valore oggettivo dell’altro, nell’essere molto clementi verso se stessi ma molto severi nel giudizio altrui , adottando un criterio di valutazione basato su un Locus of control esterno versus lato positivo circa gli altri ed un Locus of control interno versus lato negativo verso se stessi.

Cosa significa?

  • Locus of control esterno versus positivo circa gli altri:

L’invidioso vuole credere che il successo , il benessere, la gloria ottenuta dal soggetto invidiato sia il risultato di fattori esterni ambientali ed eterei “favorevoli”, dipenda quindi da fattori esterni alla persona ( Locus of control esterno) fortunati ( versus positivo ) : “e’ nato con la camicia” , non ha dovuto faticare, ha una buona stella , ha fatto l’incontro fortunato, andando ad escludere qualsiasi tipologia di capacità personale ed impegno legato al risultato ottenuto.

  • Locus of control interno versus negativo circa se stesso:

Per quanto riguarda se stesso , prevalentemente l’invidioso pensa che il successo parziale raggiunto sia dovuto invece al proprio sudore , alla fatica , all’ impegno eccessivo ( Locus of control interno) a cui però il “cosmo” non va incontro , anzi , pone ostacoli favorendo l’altro ( versus negativo ). Gli insuccessi commessi , di contro, non sono quasi mai riconosciuti dall’ invidioso come attribuibili a se stesso ma ad eventi esterni a sé ( Locus of control esterno ) , oscillando perennemente in un’ambiguità percettiva di se stesso “su convenienza” , uscendo da un esame di realtà che permetterebbe , invece, un punto di vista obiettivo indispensabile per progettare un piano di successo.

 

Il lato utile dell’ invidia

Quando l’invidia provata verso qualcuno che ha raggiunto un obiettivo che si vorrebbe ottenere per se stessi può trasformarsi da decostruttiva a costruttiva?

Nel momento in cui si decide di adottare la tecnica dell’osservazione attenta delle dinamiche relazionali, delle competenze, della strada verso la costruzione di un progetto assunte dall’altro , prendendolo come esempio da seguire piuttosto che oggetto da demolire .

Di fatto nessuno potrebbe affermarsi senza modelli da seguire arrivati prima di noi.

In tal modo il nemico verrebbe a porsi come il primo artefice del futuro successo del l’invidioso che, senza di lui , avrebbe dovuto inventarsi di tutto punto una strada di avvio in realtà già segnata proprio dallo stesso soggetto che l’invidioso vorrebbe vedere sprofondare .

Tutto questo l’invidioso non lo hai mai pensato? Non ne è mai stato consapevole?

Certamente sì ,ma il fuoco distruttivo della propria insicurezza personale porta a preferire far finta di non saperlo : è più semplice demolire l’altro che rendergli giustizia , ci vorrebbe una minima autostima di base.

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