“SEX OFFENDER” (gli abusanti sessuali): come fanno a compiere reati sessuali rimanendo “indifferenti”?
Il meccanismo di difesa del “DISIMPEGNO MORALE” ( II PARTE)
L’abusante sessuale , pur adottando diversi meccanismj di difesa inconsci atti a poter commettere uno tra i reati maggiormente disapprovati dal sociale, ne utilizza uno che lo “accompagna” per tutto il massacro fisico consumato sull’altro: il meccanismo di autodifesa auto-protettiva chiamato da Bandura “disimpegno morale” ,molto chiaro nel suo significato per riuscire a rispondere alla domanda che ogni cittadino si pone di fronte allo sconcerto di eventi compiuti ad opera di sex offender : “Come possono fare questo rimanendo indifferenti?”
Il “DISIMPEGNO MORALE” per non sentirsi in colpa
Intendiamo per disimpegno morale l’insieme di tutte quelle autoconvinzioni radicate, cristallizzate, tanto da divenire “costrutto cognitivo interno all’individuo”, apprese a livello sociale e personale, in grado di autoassolvere se stesso dalla percezione di autocondanna di fronte alla violazione delle regole, permettendo di rimanere immune all’abbassamento ulteriore dell’autostima.
Secondo Bandura sono tre gli elementi che interagiscono tra loro creando una “soggettiva percezione” della morale: l’ambiente, la percezione del comportamento, i costrutti interni della stessa persona.
Il Comportamento/azione viene “mentalmente ridisegnato” dal meccanismo dell’autoassoluzione secondo tre processi definiti, a loro volta specificati da variabili così raggruppati:
- Processi di Disimpegno Morale:
- Giustificazione morale: l’abusante trova fini personalmente giustificanti per non far apparire disgustosa l’azione commessa
- Etichettamento soggettivo: viene data una visione molto ridimensionata delle conseguenze dell’azione commessa ,tramite difensiva distorsione cognitiva
- Confronto a proprio vantaggio: l’abusante cerca di ridimensionare l’atto compiuto confrontandolo con azioni considerate “ben peggiori” agite da altri
- Processi di Distorsione “causa-effetto”:
- Dislocazione della responsabilità : in questo caso l’abusante giustifica la propria condotta come “provocata” e/o fortemente influenzata da un esterno e/o cause esterne, al fine di alleviare od eliminare la colpa
- Estensione della responsabilità :quasi come conseguenza del punto appena spiegato, viene “allargata la colpa” a tutti, distribuendo la mancanza etica per poter ridimensionare la responsabilità soggettiva
- Distorsione delle conseguenze: viene ad essere eliminata e/o ridotta la relazione causa /effetto , ignorando cosa produrrà un atto compiuto a livello di male arrecato
- Processi di “confronto vantaggioso”:
- Deumanizzazione: l’abusante crea una distanza tra se stesso e la vittima, considerando se stesso PERSONA e la vittima in maniera OGGETTUALE, in modo da generare un’ inferiorità in grado di diversificare ed annullare il senso di colpa nell’infliggere male ad un simile di genere, a questo punto non ritenuto tale. Così facendo la sofferenza dell’altro/a è annullata, proprio tramite processo di “distanza emotiva” auto-creata.
- Attribuzione della colpa: viene attribuita colpa parziale , spesso totale, alla vittima, ritenuta responsabile, tramite comportamenti , modi di “esibirsi” , di comunicare, del danno subito , convincendosi di essere stati provocati dalla stessa vittima.